Written by cinzia
...delle volte scruti con un sentimento struggente di ammirazione mista ad invidia, per come sono o per il modo in cui riescono ad amare così appassionatamente quello che fanno...
Francesco, che al contrario della stragrande maggioranza degli italiani, pensa che “finalmente è lunedì”, così può tornare davanti al suo pc. Penso di non conoscere nessun altro che ama così appassionatamente il suo lavoro, che lo travolge, lo coinvolge a tal punto da farlo (s)parlare da solo nello studio di casa, che esulta come in preda al delirio della febbre alta quando riesce a chiudere una “ISSUE” particolarmente rognosa... per passare poi alle frasi autocelebrative del tipo “CHI E' LO RE???”... Ed è in quei momenti che io invece gli risponderei "chi è il tuo spacciatore?"
Claudia, che pur di soggiornare qualche giorno in più della solita settimana di ferie estive, fra le sue amate Dolomiti, si è fatta mesi e mesi in mezzo ad anziani malati di Alzheimer, sperduta fra i monti alla stregua di Heidi, con l'unica differenza -credo- che non aveva le caprette che dicevano CIAO. Ed è ancora lei, quella che oggi ha saputo letteralmente inventarsi un lavoro, sfidando le potenti leggi della sfiga che si presentava, puntualmente, ogni volta che trovava un locale da affittare. Sarà mica per questo che alla fine ha chiamato il negozio ANACLETO come il GUFO (di Mago Merlino) da molti ritenuto simbolo portafortuna?? ;-)
Marco, che ha cominciato a strimpellare una chitarrina sfigata da poche centinaia di "mila-lire" ed ora ha un armamentario musicale da fare invidia a Jimi Hendrix (esagerata! :-P). Mia madre, secondo me, può lasciare ogni speranza di trovarsi una nuora: l'amore vero e spassionato di mio fratello è sempre la chitarra (al massimo si può concedere una piccola variazione sul tema orientandosi su questa qui...)
Dario, che fremeva quando mio padre, nel giorno della partenza del Giro D'Italia in qualche località abruzzese, lo portava per farsi fare qualche autografo dai professionisti e tornava con tutto il kit rosa, dal cappellino alle mutande. Ehum... forse quelle no... ma ci andava vicino. E adesso che, alla partenza del Giro, ci siamo noi a fremere perchè lui è lì sulla bici, in riga con gli altri professionisti, il pensiero va ai sacrifici (soprattutto gastronomici...) che ha affrontato in tutti questi anni. Un ringraziamento speciale all'ASMA, che se non gli fosse mai venuta, il pediatra non gli avrebbe mai consigliato di fare uno sport all'aria aperta ed oggi non sarebbe un ciclista professionista. :-P
E poi “last but not least”...
Il mio papà e la mia mamma: adesso che sono cresciuta e che anche io sono moglie e mamma, penso ad ogni piccolo gesto, ad ogni insegnamento nascosto, all'amore e ai sacrifici che hanno fatto quotidianamente in questi 32 anni della mia vita... E se riuscissi ad assomigliare a loro anche solo un pezzettino, sarei già la donna più realizzata del mondo.